Il nostro percorso permette di arrivare a piedi ai complessi architettonici dei Monasteri di S. Scolastica e di S. Benedetto. Si percorre l’antica strada pedonale che si distacca dalla Provinciale 45/a dopo la rotonda di S. Mauro; questo tempietto venne eretto per ricordare un miracolo di S. Benedetto, che fece camminare Mauro sulle acque del lago di Nerone per salvare Placido che stava annegando.
Ci distacchiamo dai resti della Villa di Nerone imboccando la pedonale che ci offre la vista della Cappella di San Clemente, eretta sui ruderi nel 1484 per ricordare che lì S. Benedetto costruì il suo primo monastero.
Proseguendo ci appare una quercia maestosa e secolare, che rimane nei ricordi dei bambini per la legenda del tesoro nascosto dai briganti.
Incontriamo l’Oratorio della Madonna dell’Oro, chiesetta romantica, piccola, ma con bella impostazione architettonica.
Tagliamo la provinciale e arriviamo al Protocenobio di S. Scolastica. E’ il più antico monastero benedettino; l’intero complesso costruito in epoche diverse si percorre attraverso i tre chiostri (rinascimentale, gotico, cosmatesco) per giungere nella chiesa neoclassica di G. Quarenghi, sormontata dal campanile Romanico (1052). Qui nacque la prima stampa italiana con le opere di Lattanzio (1465) dai tedeschi Sweynheim e Pannartz.
Dopo aver visitato il monastero di S. Scolastica si prosegue costeggiando la Chiesetta di Santa Crocella, costruita nel luogo dove il giovane Benedettino fu rivestito dell’abito anacoretico da S. Romano per eremitare nello Speco.
Riprendiamo il percorso tra tornanti che ci permettono di godere gli ampi paesaggi dell’Alta Valle dell’Aniene da far rimanere senza fiato.
Si arriva all’ingresso del boschetto dei Lecci determinato da un arco gotico con, ai lati, due cappelline.
Il viale, percorrendolo nei suoi 200 metri, si conclude ai piedi di un angusta scaletta che ci porta al piazzale antistante il Monastero di S. Benedetto, che si apre su uno scenario della Valle dell’Aniene incontaminato e affascinante.
Il monastero è stato costruito addosso alla roccia che contiene la grotta (Sacro Speco) dove S. Benedetto visse per tre anni in eremitaggio. Il complesso è formato da due chiese sovrastanti; l’insieme è composto da ambienti scenograficamente unici, rivestiti da affreschi di scuola senese e scuola umbra; nella grotta si può ammirare la bella scultura di S. Benedetto, opera dello scultore ticinese Raggi.
Terminata la visita del Sacro Speco, mediante un agevole viale si giunge al Torrione dove si gode la vista della vallata di Subiaco con, all’orizzonte, gli innumerevoli paesi arroccati e quasi guardinghi al sottostante fiume Aniene.
Testo di: Giorgio Orlandi